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Il Museo del Palio

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Dall’ingresso principale si accede, sulla sinistra, alla Sezione del Museo dedicata al Palio.

In questi locali ha avuto sede la Società Mutuo Soccorso Castelsenio, al piano terreno, vi sono conservati i palii vinti dalla Contrada.
All’ingresso sono esposti alcuni frammenti di drappi di tessuto broccato, presumibilmente risalgono alla prima metà del Settecento che, conservati incorniciati, sono a ricordo delle vittorie dal 1664 al 1756.

Nella prima parte della Sezione si possono osservare i drappelloni vinti nella seconda metà del XVIII secolo e quelli conquistati nei primi anni dell’Ottocento.
Qui sono esposti anche gli zucchini e i nerbi utilizzati dai fantini, testimonianza di vittorie più recenti.

Si accede poi alla sala principale che, con una ampia e moderna vetrata, affaccia sulla via rendendo visibile parte del Museo anche dall’esterno.
In origine qui si trovava una piazzetta con due palme, delimitata sulla strada da una cancellata, e una sala interna detta “sala degli specchi”, nella quale si svolgevano le feste ed i convivi organizzati dalla Società. Le due parti furono riunificate con la ristrutturazione dell’immobile nel 1973. In occasione della realizzazione dell’attuale complesso museale, inaugurato il 4 luglio 2013, parti delle pareti originali sia interne che esterne sono stata recuperate come testimonianza della presenza della vecchia Società.

In questo salone si possono oggi ammirare, conservati in originali teche scorrevoli sospese al soffitto, i drappelloni vinti dal 1809 fino ad oggi.
I palii più antichi (il più antico conservato dalla Contrada è quello del 1786) e pervenuti integri fino a noi, sono stati dipinti da artisti ignoti e sono caratterizzati da un’iconografia semplice e costante: immagine della Madonna e stemma nobiliari.
Poche furono le variazioni stilistiche nel corso dell’800 e solo nell’ultima parte di detto secolo furono introdotte figure e scene allegoriche da parte di artisti come Temistocle Pecci (1889 e 1891), Carlo Merlini (1895 e 1898) e Pietro Loli Piccolomini (1902).

Dal ‘900 l’esecuzione dei drappelloni fu affidata a pittori provenienti dall’Istituto d’Arte di Siena che seguirono le tendenze dei diversi periodi come ad esempio i drappelloni ispirati allo stile liberty del 1910 (pittore Aldo Piantini) e 1914 (pittore Vittorio Giunti).
La decisione del 1970 di assegnare la realizzazione del palio anche ad artisti esterni alla città, ha consentito alle Contrade di arricchirsi di opere d’arte di valore assoluto; si trovano infatti anche in questo Museo, come in quelli di altre Contrade, drappelloni dipinti da artisti di fama internazionale. Nel Museo della Tartuca sono mirabili le opere di Oscar Staccioli (1972), Carlo Pizzichini (1991), Sandro Chia (1994), Fernando Botero (2002), Igor Mitoraj (2004), Eugenia Vanni (2009), Franco Fortunato (2010) e Gian Marco Montesano (2018).

Alle pareti della sala si possono inoltre osservare alcuni giubbetti indossati dai fantini in occasione della Carriera, nonché i ricordi di un particolare periodo storico durante il quale la Tartuca, in alleanza con altre tre Contrade (il T.O.N.O), dominò nel Palio conquistando uno storico “cappotto” (1933).
Fra le due finestre che affacciano sul Vicolo della Tartuca è collocato un moderno “Albo delle Vittorie” dove sono elencati tutti i successi riportati dalla Contrada nelle Carriere.

Nella saletta successiva sono conservati gli attestati di alcune vittorie conseguite dalla Tartuca nel secolo scorso, alcuni quadretti in stile naif che ricordano i successi della Contrada e le memorie della storica rivalità con la Contrada della Chiocciola che, partendo dalla aggregazione della fine del Seicento, è giunta fino ai tempi nostri, dopo alterne vicende, con la definitiva frattura dei primi anni del secolo scorso.

Nella stanza adiacente sono esposte le pregevoli opere donate da alcuni pittori, particolarmente vicini alla Contrada o autori dei drappelloni vinti dalla Tartuca, fra le quali spiccano un disegno originale di Botero e una Madonna dipinta da Igor Mitoraj.

Il percorso nella Sezione del Palio si conclude con la visita alla saletta dove è esposta l’opera dell’artista inglese Emma Sergeant “Trittico Tartuca”, pittura olio su tavola, foglia d’oro (2008 – 2015).

Qui sono esposte le “aste” su cui furono fissati i drappelloni vinti nel 1902 e dal 1930 al 1953 (l’asta è una stecca decorata con una doppia spirale bianca e nera con ad una estremità una punta di alabarda).
In questo locale sono visibili anche due vetrine contenenti due pregevoli intarsi in legno realizzati nel 1933 e raffiguranti cavalli e fantini: in una di queste vetrine è rappresentata la storica vittoria del 4 luglio 1889.

Il Museo della Contrada della Tartuca ha ospitato nell’estate 2018 l’esposizione dell’artista inglese Emma Sergeant, ritrattista di casa Windsor, e nell’estate 2019 la mostra di sculture dell’artista inglese Emily Young di cui si possono vedere in queste sale due opere in onice: “Solar Disk II Fall (medium) “e “Rainbow Horse”.

 

 

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